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Sfogo

 

Gli insegnanti lavorerebbero 18 ore. Due conticini nelle mie tasche: 18 ore in classe, 1 ora di ricevimento parenti, 3 ore di media la settimana per assemblee e riunioni... e fanno 22. Preparazione + correzioni verifiche (per due classi, tre materie per classe): in media 4+8 ore alla settimana... e fanno 34. Preparazione lezioni, materiale e schemi per i ragazzi: mezz'ora per lezione (1/2 x 18 = 9 ore)... e fanno 43. Risposta alle mail di ragazzi e genitori, colloqui extra, incontri con assistenti sociali, psicologi, educatori, esterni, di media 1 ora la settimana... e fanno 44. Regaliamo pure le ore per uscite sul territorio e gite con relativa organizzazione... tanto abbiamo abbondantemente superato le 24 ore.

E non mi si venga a dire che io sono coordinatrice e faccio più verifiche: altri colleghi hanno più classi e più consigli e riunioni, altri ancora hanno più scuole. Se con la proposta di aumentare le ore in classe a parità di stipendio si vogliono colpire i fannulloni beh, non ci siamo proprio. Chi fa nulla per 18 ore continuerà a fare nulla per 24 e 48, ma chi fa e si impegna finirà per essere demotivato e impossibilitato a fare bene il proprio lavoro. 

E ricordiamo nche che non significa migliorare la qualità della scuola ma solo il numero di classi che il singolo docente dovrà avere.

 

Esempio pratico

Gli elaborati che faccio fare ai ragazzi ogni settimana sono 46 e li correggo tutti cercando di offrire un valido esercizio a ciascun alunno, se avessi 4 o 5 classi non potrei più farlo (25x4 = 100 elaborati alla settimana + tutti i temi e le verifiche). Forse al momento i ragazzi sarebbero anche felici... ma all'esame e alle superiori non saprebbero scrivere un tema. 

Piccola riflessione personale:

la famiglia ha dei valori che dovrebbero essere gli stessi di quelli sostenuti dalla scuola; non intendo posizioni politiche o schieramenti, ma Valori, ideali, senso di responsabilità; dalla mia esperienza ho potuto notare che, quando scuola e famiglia hanno remato nella stessa direzione, hanno portato lo studente (anche quello fannullone e pigro) a diventare un buon cittadino. 

Personalmente, la gioia più grande è incontrare i miei ex studenti e saperli soddisfatti delle persone che sono diventate; il dolore più grande invece è sapere che alcuni di loro, spesso i più meritevoli, sono in partenza o partiti per altri Paesi, perchè la nostra nazione non riesce a valorizzare i cervelli dei nostri ragazzi.

Mi auguro davvero, durante questi anni di insegnamento, di non aver inculcato mai nulla a nessuno, nè di iniziare a farlo in futuro: sono sostenitrice dell'apprendimento come scoperta e condivisione, come regole e metodo, come rispetto e collaborazione.

Nonostante gli attacchi, benché si faccia di tutto per distruggere la cultura, anche se si costringono le menti migliori ad andarsene per trovare un lavoro, insomma, malgrado tutto... sono fiera di essere un'insegnante di lettere nella scuola pubblica. 

 

"Goodbye Malinconia" di Caparezza, a proposito di migranti...