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On the road forever

Il 18 agosto del 2009 è morta a Milano la scrittrice, traduttrice ed intellettuale Fernanda Pivano. Intellettuale... sembra un titolo d'altri tempi, tempi in cui la cultura, la sensibilità e l'intelligenza rendevano grande una persona, e per questo Fernanda era stata davvero una grande intellettuale. In un'epoca in cui era difficile dialogare alla pari con gli uomini, Fernanda non solo parlava, ma scriveva, traduceva, intervistava e conosceva i più grandi scrittori italiani e americani e si batteva per farli pubblicare anche qui, nel nostro Paese oscurato dalla censura.

Nel 1943 aveva tradotto "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Master, un volume di poesie portatogli da Cesare Pavese, estremamente innovativo e completamente differente da tutto ciò che in quel periodo circolava in Italia; lo fece pubblicare e pagò questo gesto coraggioso con il carcere, come ebbe poi modo di scrivere lei stessa: "Era superproibito quel libro in Italia perchè parlava della pace contro la guerra, contro il capitalismo, contro il convenzionalismo; era tutto quello che il governo non ci permetteva neppure di pensare, e mi hanno messa in prigione, ma sono contenta di averlo pubblicato".

Negli anni '50 e '60 aveva conosciuto molti scrittori e poeti americani della Beat Generation (Kerouac, Ginzberg, Corso) e quelli che allora erano considerati la "Nuova avanguardia americana" (Miller, Hemingway, Bukowski); le sue traduzioni sono considerate opere d'arte, perchè non si accontentava di leggere e tradurre, ma desiderava far vivere i libri; per questo voleva conoscere gli scrittori, per poter trasmettere ai lettori italiani la stessa energia e le stesse sfumature che c'erano nelle opere originali.

Fernanda è stata una donna intelligente quando essere donna ed essere intelligente era molto pericoloso, ed ha continuato ad essere coerente e colta anche oggi, che la coerenza e la cultura vengono viste con disprezzo o con sospetto.

Personalmente ho sempre avuto un profondo rispetto per Fernanda Pivano, per il suo coraggio, la sua cultura e la sua passione per le cose belle. Quindi non mi rammarico per la sua morte, ma la ringrazio per quello che ci ha saputo dare durante tutta la sua vita.

 

"E' stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati" (F. De Andrè)