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10/12/2006: è morto Augusto Pinochet.

E' morto il dittatore cileno Pinochet e ho finalmente potuto brindare alla memoria di Enrique, padre di Leticia.

Professione: operaio, sostenitore di Allende.

Età: 48 anni.

Condizione ad oggi: desaparecido.
A te, Enrique, alzo il mio bicchiere di vino rosso; Leticia mi ha detto che ti piaceva tanto.
Lo so, non è giustizia, ma facciamocela bastare, almeno per dare un senso a questa crudeltà così profonda da togliere il fiato, almeno per cercare di colmare orrore e desolazione, o solo per il sospiro di liberazione di tua figlia che al telefono mi ha sussurrato: è finita.
Non dovrebbe essere finito tutto, lo so, tutti i morti, il dolore, non si cancellano solo con questo amaro gusto di vendetta.
Lo so, lo capisco, l'ho vissuto indirettamente attraverso i racconti dei tuoi compaesani e attraverso una storia parallela, la mia di italiana, così simile alla tua, seppur più antica.
E allora sai che faccio, Enrique, domani fermo tutto, il programma, la didattica, gli impegni, l'orientamento, e racconto di te, di Simon, di Fernando, di Lucio, di Carrasco, di Ravest, di Sepulveda, di Allende, nella speranza che non sia un orrore lontano da dimenticare ma una lezione di Storia, quando la Storia la fanno gli uomini e non i generali, quando la Storia è il velo di una donna davanti ad uno stadio che attende per giorni una notizia, sia pure un lutto, ma che arrivi almeno una notizia, una qualunque, per far riposare l'angoscia.
E allora a te, Enrique, perchè la morte del boia cileno sia un motivo in più per ricordare quanto costa una patria libera.

Enrique

Mi è stato chiesto di raccontare chi fosse Enrique.

Enrique non l'ho mai conosciuto ma ho visto una foto in cui teneva in braccio la piccola Leticia. Lei non lo ricorda molto, nel '73 aveva 8 anni. Ricorda con un sorriso dolce che le facevano solletico i suoi baffi quando la baciava prima di andare a dormire.

Leticia a 5 anni era felice.

Aveva suo padre, sua madre Lucia, suo fratello Antonio di quattro anni più grande, e amici dei genitori che spesso venivano a cenare a casa loro. Sua madre era contenta di avere tanti amici, era fiera della sua famiglia. Enrique non era un leader, era un semplice operaio. Era socialista anche quando il socialismo in Cile era un rischio.

Nel 1970 Lucia, Enrique e i due figli uscirono in strada a festeggiare. Era novembre. Leticia non capiva cosa stesse succedendo, ma era bella Santiago in festa, sembrava carnevale, ma il gusto dolce della gioia nell'aria era più intenso. Le persone intorno cantavano, sventolavano la bandiera del Cile gridando "Viva Allende, viva Chile, viva el pueblo". Lei rideva sulle spalle di suo padre mentre Antonio sventolava il suo fazzoletto.

Era felice, leticia a 5 anni.

Una felicità indescrivibile, come può esserlo solo la felicità di una bambina.
Una felicità infinita ed eterna.

Una felicità che durò tre anni.

Alcuni mesi dopo il golpe, nel 1973, suo padre venne portato allo stadio di Santiago. Non capiva cosa ci facesse suo padre allo stadio, cosa stesse combinando di così importante che gli impedisse di tornare a casa da lei, dalla sua mamma e da suo fratello. Sua madre la consolava e la rassicurava: tuo papà tornerà presto, sta lavorando, deve sistemare gli altoparlanti allo stadio.

Ma alla sera Lucia piangeva troppo per essere convincente, e di giorno lasciava i due bimbi da Elena, la vicina, per andare da Enrique. Tornava con gli occhi rossi e infreddolita. Ogni giorno per quattro mesi. Raccontava di aver visto il marito, di avergli parlato, che stava bene: non preoccuparti Leticia, tornerà presto, ma noi adesso dobbiamo andare a Talca dalla zia, ti piacerà vedrai, è un bel posto. Sarà un viaggio lungo, prendiamo tutto quello che ci serve, Leticia, ricordati le bambole, i quaderni, le matite, porta anche la tua tazza, certo che torneremo Leticia, che domande sono, non essere assurda, torneremo presto.

Lucia non è mai riuscita a parlare con Enrique dal dicembre del 1973. Lui è ufficialmente desaparecidos. Lei non sa come e quando sia morto, ma si è resa conto che era finita quando gli amici le hanno consigliato di lasciare perdere e di scappare. Dal 1975 lucia ha vissuto con i figli prima in Argentina, poi in Spagna e infine in Italia. E' morta quando Leticia aveva 32 anni. Non è mai tornata in Chile.
Di Enrique resta una foto nella camera di Leticia. Un uomo seduto al tavolo che tiene in braccio una bambina e parla con un bambino di fianco a lui. Il piatto e il bicchiere vuoti davanti, in un intimità sincera. Baffi, un inizio di calvizie. Lo sguardo comprensivo, dolce e stanco.

Ora riposa.